Martedì 3 Marzo si inaugura, alla galleria The New Ars Italica di Milano, “Urban Passengers” personale di Mariarosaria Stigliano.
La stazione come luogo di continuo spostamento, la strada affollata da automobili e passanti proiettati in una direzione sempre mutevole ed infine le metropolitane in cui si alternano momenti di attesa a rapidi passaggi di treni diventano i protagonisti di Urban Passengers, mostra nella quale i disegni e gli oli dell’artista Mariarosaria Stigliano sono testimoni di un indagine segnica sull’impermanenza, la velocità e la transitorietà dell’immagine nella realtà urbana contemporanea.
In questi cardini sostanziali, l’evento espositivo in oggetto, propone un percorso in cui emerge una visione dell’uomo come continuamente proiettato in una direzione mutevole, diviso tra le innumerevoli strade da percorrere in scenografie urbane sempre differenti.
La mostra sarà aperta dal 3 al 15 Marzo 2009
Vernissage martedì 3 marzo alle ore 19.00
Cura dell’evento: Mariasole Brivio Sforza e Kristina Snajder
Galleria The New Ars Italica Via De Amicis, 28 – Milanowww.arsitalica.it
Da Martedì a Venerdì dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Lunedì e Sabato dalle 16.00 alle 19.00.
Domenica e festivi su appuntamento telefonando
al numero 02 876533.
Urban Passengers
“Negli anni Novanta una generazione di artisti, influenzata dalle sottoculture giovanili underground (skate, graffiti, punk e hip-hop), intraprende un percorso creativo e di ricerca che fonda la propria esperienza nella vita di strada.
Nata a Taranto nel 1973, Mariarosaria Stigliano, fin dagli studi accademici a Roma, subisce il fascino di questa sottocultura, le cui modalità lavorative, all’inizio molto diverse tra loro, si sono nel tempo armonizzate in un’unica estetica: quella che comunemente viene etichettata come “Arte Metropolitana”.
Da questo ambiente artistico, nettamente in controtendenza rispetto ai trend accademici, nasce una fitta rete di pubblicazioni, gallerie d’arte, etichette di abbigliamento e di musica.
Emanazione dei ghetti culturali della Metropoli, in questi anni l’arte underground ritorna alla città, restituita per esercitare una forte influenza sugli spazi urbani, così come nel mondo della moda, della letteratura, del cinema, della pubblicità.Ne scaturisce perciò un’estetica che, nonostante le molteplici istanze, ne evidenza dei tratti unificanti: il lessico iconografico pop, il senso dell’assurdo, il forte riferimento alla sessualità se non addirittura al sesso, la spersonalizzazione dell’immagine, l’etica autoreferenziale.
La costante dei lavori della Stigliano è la città, intesa come paesaggio di un continuo divenire, luogo alienante e alienato, in cui le persone si nascondono, spariscono, lasciando evanescenti emanazioni della loro presenza come tracce di fantasmi. Il corpo nomade si staglia su sfondi luminosi, avvolto dalla luce al neon, assuefatto allo spazio circostante, che lo percepisce al pari della struttura architettonica dei palazzi privi di vita, dei corridoi lunghi e freddi, dei non-luoghi, secondo la felice definizione di Marc Augé.
Vera e propria esteta dell’underground, la Stigliano esplora la sua creatività, creatività che brilla a sé stante, vive dell’indagine pittorica che scopre nel ritmo delle forme e dell’insistito bicromatismo, l’essenza più intima della sua arte.
I paesaggi metropolitani hanno un dinamismo frutto del sapiente uso del contrasto cromatico, sia visivo che emotivo, che è qui spinto all’estremo, ma che in ultima analisi viene riconciliato dall’occhio fotografico dell’artista, che ne cattura la struttura ortogonale degli spazi della città e la riformula col tratto rapido e nervoso.
I lavori della Stigliano affascinano soprattutto per le evidenti contraddizioni: la sua pittura si regge sulla contrapposizione uomo/ambiente, dove forma sta a linea, nero sta a bianco, ombra sta a luce”.
Arman Carlo Mariani