WOMEN’S

Dal 23 maggio al 1 giugno 2012, in occasione della terza edizione del “Florence Design Week” la Galleria del Palazzo Coveri ospiterà la mostra WOMEN’S a cura di Marco Testa.

ISTANTE, 80x60cm, olio su tela, 2011, di Mariarosaria Stigliano
ISTANTE, 80x60cm, olio su tela, 2011

La collettiva d’arte contemporanea presenta 13 artisti – Akiko Chiba, Angelo Barile, Calogero Marrali, Eleonora Spezi, Enrico Grasso, Giuseppe Petrilli, Ina Nikolic, Lisa Nocentini, Luloloko, Mariarosaria Stigliano, Meri Tancredi, Silla Guerrini, Vania Elettra Tam – confrontando linguaggi culturali ed espressivi diversi come la pittura, la scultura, la grafica, la performance e l’installazione, sul tema dell’universo femminile.

“Mariarosaria Stigliano rende fluido il segno della sua pittura e il colore diviene liquido, suggerendo suggestioni di un mondo fluttuante, proprio della società che Zygmunt Bauman chiamerà “liquida”: le architetture urbane sovrastano le figure umane, che divengono fragili ricordi impressi nella memoria.”

Marco Testa

JULIETTE, tecnica mista su tavola, 60x60cm, 2011, di Mariarosaria Stigliano
JULIETTE, tecnica mista su tavola, 60x60cm, 2011

Women’s. Collettiva di Arte Contemporanea
Galleria del Palazzo Coveri – Lungarno Guicciardini 19, Firenze
Inaugurazione: 23 maggio 2012 ore 18.00
Performance: nell’ambito dell’inaugurazione “Face” di Ina Nikolic
Durata: 23 maggio – 1 giugno 2012
Orario: 11:00/13:00-15.30/19.30 (chiuso lunedì)

Quando il reale è inenarrabile, si può solo mostrare il surreale.
Professioniste, persone comuni, adolescenti, mature, frivole, profonde, ogni donna è espressione di un mondo ricco di sfumature diverse, spesso contraddittorie. Il punto di vista maschile, talvolta, coincide con quello femminile, ma spesso ne diverge assumendo aspetti paradossali. Esistono donne che reagiscono agli stereotipi consolidati nel tempo, stratificati nella società, eppure il conformarsi sembra inevitabile.
D’altronde Einstein era convinto che fosse più facile rompere l’atomo che un pregiudizio. Nonostante tutto, l’universo femmineo resta magmatico, irrefrenabile, inarrestabile: la sua continua, veloce evoluzione sembra talvolta persino un’involuzione. Stacanoviste sul lavoro, ma sempre pronte a trovare spazio per un vezzo. Compagne e avversarie, succubi e dominanti, “esibizioniste” e ritrose, protagoniste nella società ma spesso dalla società discriminate. Il razionale e l’irrazionale, tutto e il contrario di tutto.

La mostra Women’s, ospitata dalla Galleria del Palazzo Coveri per il Florence Design Week 2012, vuole esplorare l’universo femminile con gli occhi di 13 artisti.
Le raffinate incisioni alla “maniera nera” della giapponese Akiko Chiba guidano in un viaggio introspettivo nella società contemporanea facendo emergere la forma, che diviene emozione, dal buio dell’anima di chi non si conforma e subisce l’esclusione.
Le deformazioni prospettiche nelle opere pittoriche di Angelo Barile, invece, toccano l’emisfero ludico infantile, caratterizzato dagli estremi contrapposti di malizia e ingenuità: donne dominatrici e “angiolotti” si sovrappongono a “reginelle” dagli sguardi maliziosi. Le sculture di Calogero Marrali si materializzano in un’atmosfera POP, nel “feticcio” per antonomasia della scarpa: un accessorio, che assume il valore di supporto per un racconto. Eleonora Spezi trova la sua forza espressiva nella tecnica dell’incisione, contaminata ora con l’acquarello ora con il collage. L’aspetto onirico trova concretezza nella memoria di donne, che hanno lasciato un’orma nella storia di ognuno di noi.
La pittura di Enrico Grasso si focalizza in quella perfetta simmetria di forma e colore che è propria dell’universo femminile e insinua ironicamente che, anche sotto la dichiarata mascolinità dell’uomo, si possono nascondere le forme sensuali della femminilità, infrangendo così fragili certezze.
I disegni rielaborati digitalmente da Giuseppe Petrilli colgono l’aspetto più conturbante del mondo femminile: un mondo che, se rispecchia l’immaginario collettivo maschile nelle forme prorompenti della pin-up, nasconde nei suoi tratti quell’idea universale di leggerezza, necessaria per affrontare la vita come una vacanza.
Ina Nikolic, nella sua performance, “Face”, scava negli stereotipi di femminilità alla ricerca della propria identità, fino a far riemergere la dignità di donna e non quella di una sua icona.
Le sculture in terracotta di Lisa Nocentini, una tra le più interessanti personalità artistiche della scultura in ceramica del panorama italiano contemporaneo, raccontano con un linguaggio surreale il reale. E tanto più questo diviene inenarrabile per la sua banalità e crudezza, tanto più nasce la necessità di metafore o parabole per comprenderlo e rappresentarlo. Il congolese Luloloko sperimenta tecniche e linguaggi, contaminando le origini con il contemporaneo; memore delle avanguardie artistiche, si proietta oltre la materia affinché il colore divenga insieme forma e idea.
Mariarosaria Stigliano rende fluido il segno della sua pittura e il colore diviene liquido, suggerendo suggestioni di un mondo fluttuante, proprio della società che Zygmunt Bauman chiamerà “liquida”: le architetture urbane sovrastano le figure umane, che divengono fragili ricordi impressi nella memoria.
L’installazione concettuale di Meri Tancredi contrappone la leggerezza delle idee alla pesantezza delle parole a loro connesse, spesso logorate da un uso improprio del linguaggio che il tempo inesorabilmente condiziona.
Il trittico Farfallina di Silla Guerrini è un’installazione scultoreo-pittorica complessa e articolata, che racconta in tre distinti momenti l’illusione adolescenziale, l’affermazione giovanile e il disincanto della donna cosciente. L’ironia nelle opere pittoriche di Vania Elettra Tam trascina inevitabilmente il pensiero verso il mondo femminile, quale è ritratto nella fortunata serie televisiva Desperate housewives, dove l’alienante quotidianità è scavalcata con giocose ed esasperate acrobazie. Meglio ancora, tuttavia, alla sua arte si potrebbe riferire quanto Almodovar disse delle sue Donne sull’orlo di una crisi di nervi: «Una commedia sofisticata, molto sentimentale. Qualunque stramberia appare verosimile se implica dei sentimenti. L’emozione sentimentale è sempre il miglior veicolo per raccontare qualunque storia. E l’allegria, ovviamente, lo stavo dimenticando. Perché da una commedia, di qualunque tipo essa sia, deve traspirare allegria».
Ogni artista utilizza gli elementi dell’ironia, della sensualità, della melanconia, del sogno, e forse anche gli incubi dell’alienazione, e li muta in simboli e in codici, per raccontare in forme estreme la vita ordinaria, stimolando una chiave propositiva di cambiamento attraverso il paradosso. Tentare di comprendere il mondo femminile è per le stesse donne impresa spesso non facile. È come interpretare un sogno: immergersi e fluttuare in un universo surreale.”