Mostra Personale dell’artista Mariarosaria Stigliano
a cura di Marco Testa
Testi in catalogo Marco Testa ed Ida Mitrano
Grafica e foto Bruno Parretti
Torretta Valadier P.le Ponte Milvio – Roma
Dal 1 novembre 2008 al 5 novembre 2008
Orario: 18.00 – 20.00
Vernissage sabato 1 novembre 2008, ore 18.00
“La vita è fatta di arrivi e partenze e degli infiniti istanti che separano i due eventi: un Limbo nutrito di attese e dinamismo, dove fluttuiamo con le nostre scelte, le nostre decisioni, le nostre ansie e i nostri amori, persi in strade che non ci appartengono ma di cui ormai facciamo parte. Sono percorsi che quotidianamente intraprendiamo come in un rituale appuntamento con la vita, e coscienti dei nostri limiti ci immergiamo pieni di pensieri tra la folla, che come noi diviene fantasma di se stessa: anime inquiete che vagano, che s’incontrano e scontrano pur senza mai toccarsi. Essenze, presenze, ma in definitiva assenze corporee che diventano ombre delle nostre stesse idee, dei nostri progetti emotivi. Fantasmi viventi che affollano città che abbiamo costruito non più nell’ottica delle nostre necessità, ma per la nostra funzionalità, per la nostra fruibilità, ove ogni cenno alla Natura che affranca è soppresso.
Mariarosaria Stigliano mostra con la sua arte, come in uno specchio filtrante, quanto tempo della nostra vita viviamo come fantasmi di noi stessi, assimilati gli uni agli altri, senza identità. Quanto camaleonticamente perdiamo la nostra natura animale per divenire ormai parte, ovvero struttura, dei percorsi che viviamo. Il dinamismo congelato delle sue opere ci rammenta ciò che perdiamo con la velocità: il valore dei dettagli, i sapori dell’unicità. Tutti i suoi protagonisti, infatti, in corsa per una partenza o per un arrivo, sono anime stemperate nella quotidianità delle azioni, in percorsi stazionari. Vanno. Ma nessuno potrebbe giurare sul loro ritorno.
Mariarosaria Stigliano guarda con gli occhi di chi si ferma e dunque osserva; con il suo personalissimo linguaggio espressivo, traduce in “visioni binarie” un mondo che non sembra appartenerle. Nei suoi dipinti ad olio, nelle sue carte segnate con la grafite, nelle sue incisioni, l’artista ci offre l’opportunità di un riscatto emotivo, fatto anche di pause necessarie affinché si riacquisti, in un mondo sempre più alienante, il peso e la corporeità della nostra esistenza”.
Marco Testa